L’autore della misura è un insospettabile, da sempre noto per le sue politiche permissive e spregiudicate sul tema.
Il leader politico al centro della notizia che vi stiamo dando risponde al nome di Jair Bolsonaro. Sin dal 1° gennaio 2019, data di insediamento a Palácio do Planalto (sede ufficiale della Presidenza della Repubblica del Brasile), il politico di origini italiane (la famiglia del nonno paterno è originaria di Anguillara Veneta, sita in provincia di Padova) non hai mostrato alcuna propensione verso le politiche ambientali.
Il suo modus operandi sul tema – disinteressato, permissivo e spregiudicato – è sempre stato al centro di critiche (mosse con cognizione di causa, sulla base di dati fattuali) da parte delle società ambientaliste. É trascorso solo qualche mese dallo scorso 24 gennaio, quando il rapporto Dangerous man, dangerous deals (“Uomo pericoloso, affari pericolosi”) pubblicato da Greenpeace evidenziava: “Il sistematico smantellamento della protezione ambientale e dei diritti umani da parte del governo Bolsonaro negli ultimi tre anni”. Parole riassumibili con numeri inequivocabili: deforestazione amazzonica aumentata del 75,6%; emissioni di gas serra aumentate del 9,5%.
Bolsonaro interviene contro la deforestazione illegale
Risulta quindi una vera e propria svolta, se non un dietrofront, la decisione di firmare un ordine esecutivo (quindi con entrata in vigore immediata) che colpisce coloro i quali falsificano la documentazione attestante l’origine del legname al fine di commerciare quello ricavato dalla deforestazione.
É una mossa di politica ambientale a tutti gli effetti; la prima del suo mandato: il Presidente aveva sempre reso pubblica la propria avversione nei confronti del sistema delle multe contro la deforestazione illegale (nel primo trimestre di quest’anno il disboscamento fuorilegge registrava una crescita del 64% rispetto allo stesso periodo del 2021, a sua volta di gran lunga superiore rispetto agli anni precedenti).
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I tre punti principali dell’ordine esecutivo
Il documento prevede in primis multe più alte (di circa 300 reais – poco meno di 60 euro – per metro cubo di legno contrabbandato) per chi falsifica la documentazione per commerciare ed esportare legname ricavato da deforestazione illegale e revisione del massimale, aumentato di 50 volte.
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In secundiis sono previste più sanzioni in caso di recidiva.
In tertiis vengono snellite le procedure per la riscossione delle sanzioni arretrate. A tal proposito, per mettere in atto tale misura è stata prevista la cancellazione di una riforma voluta da Bolsonaro stesso al momento del proprio insediamento (complice l’iter farraginoso – a fine 2021 – le sanzioni arretrate erano circa 17.000).