A distanza di giorni da quella notte del 3 maggio, le condizioni del ragazzo superstite della strage familiare sembrano buone. Le novità dall’Ospedale che ha preso in carico il giovane.
E’ accaduto durante una serata come tutte le altre quella della strage premeditata del padre di famiglia e architetto Alessandro Giovanni Maja, un uomo di 57 anni con a carico moglie e due figli. L’uomo, preso da uno scatto d’ira dovuto probabilmente al fallimento di un suo progetto lavorativo, aveva colpito moglie e figlia uccidendole per poi accanirsi sul figlio 23 enne, ricoverato subito dopo l’accaduto.
Una tragedia sulla quale sono ancora aperte le indagini della Polizia. L’uomo, che è stato poi ricoverato in psichiatria, avrebbe compito moglie e figlia di 16 anni con cacciavite e martello. Quando il figlio 23 enne, Nicolo Maja si è reso conto dell’accaduto è stato preso di mira dal padre che lo ha colpito duramente. Il ragazzo è stato quindi trasferito in gravi condizioni all’Ospedale di Varese.
“Sembra davvero riesca a rispondere”, medici fiduciosi sul recupero del giovane ragazzo
Il ragazzo, scampato alla furia del padre, è stato ricoverato in gravissime condizioni. Ora i medici sono fiduciosi sul suo recuperano tanto che il legale, come riporta TGCOM 24, si è pronunciato ai microfoni: “Nicolò è decisamente migliorato e sembra davvero riesca a rispondere, anche se a gesti, alle domande. Una notizia bellissima, pure se la prognosi non è stata ancora sciolta e il percorso sarà molto, molto lungo”.
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Ora Nicolò Maja è uscito definitivamente dal coma che lo ha visto per quasi un mese ricoverato in terapia intensiva in gravi condizioni. I medici hanno evidenziato nel ragazzo una grave emorragia cerebrale, presumibilmente legata alle percosse ricevute dal padre.
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Il ragazzo, che è stato operato alla testa, sarebbe stato, secondo le testimonianze e come riporta TPI, in grado di urlare dopo aver visto il cadavere della madre in casa e quindi a chiedere aiuto.