Supermercati, chiudono alcuni marchi: clienti sconvolti e in lacrime

Anche importanti catene di supermercati non avrebbero rispettato gli standard essenziali per un futuro affidabile al loro interno. Ecco quali.

Aumentano a vista d’occhio i disagi legati al rifornimento di alcune catene di supermercati sul territorio italiano. E i vari provvedimenti, nel frattempo, presi in carico dalle loro gestioni in questi ultimi giorni non sembrano essere quelli prettamente adatti a superare la crisi già vigente.

supermercati preda disagio marchi esclusi
Conad (Ansa Foto)

Ma al di là di questa iniziale problematica, causata per lo più dall’insistente necessità di alcuni clienti di accaparrarsi un numero di prodotti fuori dalla norma per timore di incorrere in futuri rincari, svuotando interi banconi, si è presentato un ulteriore scenario che avrebbe nettamente penalizzato alcuni marchi noti anche su scala internazionale.

Supermercati preda del disagio: la lista dei marchi esclusi per affidabilità

supermercati preda disagio marchi esclusi
Supermercato (Ansa Foto)

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La preoccupazione e le relative testimonianze di alcuni clienti delle note catene di supermercati è servita come prima spia d’allarme per segnalare più avanti, con un quadro completo, quali siano le anomalie interne agli store. E i rischi a cui, i loro stessi dipendenti, sarebbero destinati a esporsi.

Uno degli esempi più lampanti è stato quello evidenziato in alcuni comuni della penisola. In provincia di Modena, a Cognento, vi è da anni una filiale Conad particolarmente gettonata sul territorio. E ora sul punto di chiudere improvvisamente i battenti.

Lo stesso accade nel frattempo in provincia di Frosinone. Dove il Carrefour situato all’interno del “Centro Commerciale Le Sorgenti” è in procinto di abbassare le saracinesche.

I clienti abituali degli store avrebbero difatti lamentato di essere rimasti perplessi di fronte alle decisioni inattese delle gestioni di riferimento. Un altro caso, riguardante stavolta due supermercati Tuodì, è stato infine preso in considerazione sempre nel Lazio.

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Oltre a lasciare scoperti i dipendenti occupati all’interno delle filiali, aumentando in tal maniera il già elevato tasso di disoccupazione, questa soluzione imposta dai vertici sembrerebbe non risolvere le reali problematiche legate ai dilaganti inconvenienti all’interno delle corsie.

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