L’inserimento del decreto Aiuti in Gazzetta Ufficiale ha in parte chiarito aspetti riguardanti le categorie beneficiarie del bonus 200 euro.
L’inserimento del decreto Aiuti in Gazzetta Ufficiale ha da una parte chiarito aspetti importanti, riguardo le categorie beneficiarie, dall’altra, però, ha contribuito ad evidenziare dei dubbi, i quali, ancora una volta, interessano soprattutto lavoratori autonomi e indipendenti. Chiara, invece, la situazione di dipendenti e pensionati.
Non sarà risolutivo, ma certamente il bonus da 200 euro che il prossimo luglio arriverà nelle tasche di molti italiani, potrà essere un piccolo incentivo per vivere meglio l’estate e soprattutto questo periodo di forte rincaro dei prezzi. Dopo la ripartenza post covid, lo scoppio della guerra in Ucraina ed il conseguente aumento dei costi alle stelle (soprattutto quelli del settore energetico e del carburante), ecco arrivare una boccata d’aria per tantissimi lavoratori.
Bonus 200 euro, le parole del presidente di Confindustria Carlo Bonomi
Vi è ancora qualche incertezza sulle categorie che beneficeranno di questa entrata extra. Il sussidio, si stima, verrà accreditato a circa 31 milioni di italiani: per tutti coloro che risultano dipendenti sarà l’azienda stessa a richiederlo e a pagarlo, mentre ai pensionati ci penserà direttamente l’Inps.
C’è, invece, ancora molta confusione, oltre a diversi dubbi procedurali, per quanto riguarda i lavoratori indipendenti o autonomi, categoria che per l’ennesima volta si ritrova ad essere emarginata e piuttosto sfavorita; per ora nulla di certo, ma nei prossimi giorni o, eventualmente, entro il prossimo mese si avranno maggiori dettagli a tal proposito. L’inserimento del decreto Aiuti in Gazzetta Ufficiale ha alzato un bel polverone, specialmente riguardo chi e come otterrà questo, seppur minimo, sostegno economico.
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Ed è stato proprio Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, a consigliare ai cittadini di non adagiarsi su questo incentivo e invita, infatti, a vederlo “in modo serio” perché, afferma «i 200 euro di una tantum non risolvono il problema. Dopo aver pagato una bolletta quei soldi sono finiti. Per gli industriali è opportuno abbassare il costo del lavoro, solo così mettiamo i soldi in tasca agli italiani. E questo è strutturale, le risorse ci sono».
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Dalla Cgil, invece, arriva il parere di Maurizio Landini, che spera vivamente ci potranno essere in futuro aiuti maggiori a tutti quei lavoratori che con il caroprezzi hanno già praticamente speso la tredicesima.