Hai mai provato a rovistare di questi tempi le monete legate alle vecchie lire? Se trovi questa è il tuo giorno fortunato.
Per circa due secoli hanno rappresentato le monete per eccellenza nelle tasche degli italiani, fino al mese di Marzo 2022 quando si convertivano definitivamente in euro.
Parliamo del vecchio conio, ovvero della “Lira“, ormai diventata una moneta del passato e in alcune circostanze, leggendaria.
Abbiamo spesso approfondito in questi mesi le banconote in Lire con l’effige della “Montessori“. Si tratta di esemplari che ancora oggi rimpiangiamo non solo perchè hanno rappresentato una tradizione per noi, ma anche da un punto di vista del valore.
Nonostante abbiamo abbandonato da circa venti anni la nostra amata moneta del vecchio conio, questo esemplare non ha perso di certo il suo fascino. Se prima facevamo menzione delle banconote di 5 Lire, piuttosto che di 10 Lire, oggi l’accento vien posto per gli esemplari in moneta
Monete in Lire, se hai conservato questo esemplare sarai fortunato: ecco quanto vale all’asta
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Come dicevamo, le monete in Lire hanno rappresentato per noi una vera e propria usanza e tradizione, dalla quale facevamo fatica a distaccarcene.
Appena abbiamo vissuto il periodo della ‘separazione’ e del cambio valuta a livello nazionale, alcuni italiani hanno dimostrato un dispiacere senza eguali.
Oggi gli esemplari argentati in “Lire” tornano di moda nelle aste più popolari e tra i pensieri dei numismatici. Tra i tantissimi esemplari in circolazione fino al 2002, la 10 Lire in particolare ha rappresentato un vero e proprio punto fermo, tanto da meritarsi l’etichetta di ‘moneta leggendaria‘, che se rinvenuta a distanza di 20 anni dalla sua mancanza vale una vera fortuna per chi le possiede.
Tra le tante tipologie di “10 Lire” a fare la fortuna dei numismatici, oggi giorno sono gli esemplari raffiguranti la “Spiga” sul retro. Tale moneta, in particolare quella coniata nel 1954 può arrivare a valere persino 100 euro se venduta all’asta.
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Per far sì che ti possa portare a casa il ricco bottino è necessario tenere d’occhio lo stato di conservazione dell’esemplare e osservare se siamo di fronte ad un esemplare, cosiddetto ‘falso’ o meno.