Elena Del Pozzo. Una nazione ancora scioccata dalla notizia dell’infanticidio avvenuto in provincia di Catania nelle scorse ore. Emerge il probabile movente che ha spinto la madre a compiere l’orribile gesto
L’Italia è stata con il fiato sospeso per oltre 24 ore alla notizia del rapimento della piccola Elena Del Pozzo, momenti di concitazione nella speranza di poterla ritrovare sana e salva. Poi il più tragico degli epiloghi, quello che nessuno avrebbe mai voluto conoscere: la bambina è morta. Nessun commando armato formato da tre uomini incappucciati, nessun agguato architettato da sconosciuti criminali.
A strapparla alla vita, al suo futuro e all’amore immenso della sua famiglia è stata proprio la donna che avrebbe dovuto proteggerla dai mali del mondo: sua madre. Martina Patti, 23 anni, casalinga, ha inscenato un sequestro, ha messo su una pantomima che gli inquirenti hanno prontamente svelato; il castello di bugie è crollato dopo ore d’interrogatorio. La donna ha poi condotto le forze dell’ordine presso il luogo dove ha seppellito la piccola Elena, in un terreno abbandonato a circa 600 metri dalla propria abitazione a Mascalucia (provincia di Catania).
Elena Del Pozzo: l’arma del delitto e il presunto movente dell’omicidio
La notte prima della sua morte, Elena Del Pozzo aveva dormito a casa dei nonni paterni ed era stata accompagnata all’asilo dalla zia il mattino seguente.
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Intorno alle 13:30, la madre, Martina Patti, è andata a riprenderla e, insieme, sono tornate a casa. Sono le ultime ore di vita della bambina. La donna l’avrebbe uccisa con un coltello da cucina che però ancora non è stato trovato.
Dal primo esame condotto dal medico legale, sul corpicino sarebbero state rinvenute “ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare”. É stata disposta l’autopsia per stabilire ulteriori dettagli sul decesso della piccola.
La domanda che tutti si stanno ponendo in questo momento è “perché?”. Cosa può aver spinto Martina Patti a compiere un gesto di una gravità e orrore così inauditi?
A quanto pare a far scattare la follia sarebbe stato un sentimento di astio e gelosia nei confronti dell’ex compagno e padre di Elena, Alessandro Del Pozzo (24 anni).
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La donna non avrebbe mai accettato del tutto la fine della relazione e non tollerava che sua figlia avesse stretto un buon rapporto con la nuova compagna del padre. Gli inquirenti parlano di una gestione familiare apparentemente serena ma che, invece, nascondeva liti e acredine.
Il rancore covato da Martina Patti l’avrebbe portata a premeditare l’atroce delitto con un piano studiato nei minimi particolari.