Si torna in aula per i giudici e gli avvocati che stanno seguendo dal 2018 il caso della giovanissima Pamela Mastropietro, morta e tagliata a pezzi il 30 gennaio del 2018.
Con la sentenza del 23 febbraio scorso i giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno portato in aula le motivazioni. Si conferma quindi responsabile per l’omicidio della 18 enne Pamela Mastropietro, il pusher nigeriano Innocent Oseghale. Con la conferma della Corte di Cassazione rimane in sospeso il reato di violenza sessuale che verrà esaminato in un secondo appello che si terrà prossimamente a Perugia.
La Suprema Corte, come riporta Leggo, ha ritenuto colpevole dell’omicidio della giovane Pamela determinando un attesa per il reato di violenza sessuale. Se i giudici dovessero far decadere l’accusa, a Oseghale sarebbero decurtati anni di detenzione e la pena sarebbe differente dall’ergastolo.
“Sono quattro anni che aspetto giustizia”, dice la mamma di Pamela Mastropietro, come riporta Leggo, Alessandra Verni che davanti la Corte di Cassazione attendeva la fine di un tragico incubo familiare. Un nuovo processo che mette di nuovo in conto le condizioni con cui sarebbe sopravvenuta la morte in Pamela.
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In questo momento, Oseghale è stato confermato in primo e in secondo appello responsabile dell’omicidio di Pamela. Oseghale, secondo quanto scrivono i giudici e riporta Leggo, si è sempre dimostrato freddo e con “capacità di previsione”.
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Il rinvio per l’accusa aggravante di violenza sessuale è così spiegato dai giudici d’aula e riportato da Leggo: “Pur in un contesto ricostruttivo reso estremamente difficile dalla scarsità degli elementi cognitivi sul fatto non apparendo attendibile la versione dell’imputato, – tardiva e inverosimile rispetto al luogo di consumazione – va rilevato che non scioglie in modo comprensibile il nodo relativo alla validità o meno, in assoluto, del consenso al rapporto e non fortifica per converso, l’ipotesi del dissenso al rapporto non protetto attraverso, se del caso, un supplemento istruttorio teso a coinvolgere i soggetti che erano poco prima entrati in contatto con la Mastropietro“.
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