Omicidio Elena Del Pozzo: l’importanza delle telecamere di sorveglianza
Ancora non si riesce a fare luce, almeno non totalmente, sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo. È cosa certa, però, che ad ucciderla sia stata la mamma, Martina Patti di 23 anni, che ha dovuto confessare tutto agli inquirenti dopo aver inscenato un rapimento che non reggeva.
La giovane madre aveva raccontato alle forze dell’ordine che tre uomini avrebbero fatto irruzione nella sua macchina, nella quale era presenta anche la bambina e l’avrebbero poi rapita, per fare un torto al padre, l’ex marito della donna, Alessandro Del Pozzo. Ma le telecamere di sorveglianza già dalle prime ore hanno smentito questa versione, dato che nessun uomo incappucciato si era avvicinato alla macchina di Martina. Ha quindi dovuto confessare e ha portato gli inquirenti nel terreno doveva aveva seppellito il corpo della figlia. Dall’autopsia è stato stabilito che Elena è stata uccisa con 11 coltellate e che non sarebbe morta subito; si sta ancora cercando l’arma del delitto, che ancora non è stata trovata.
Nella puntata di ieri sera, 24 giugno, di Quarto Grado tornano ancora in aiuto alcuni frammenti di video delle telecamere di sorveglianza. Il talk show di rete quattro si è concentrato su alcuni fotogrammi e alcune sequenze, che risulterebbero interessanti ai fini della ricostruzione.
Viene immortalato per tre volte il passaggio della macchina di Martina Patti. Ecco cosa si evince: nella prima serie di immagini Elena è seduta davanti, è stata appena presa da scuola dalla mamma, e il veicolo sta viaggiando in direzione dell’abitazione della donna; nella seconda invece viene ripresa l’automobile, che percorre il tragitto nel senso contrario e la bimba è seduta dietro. Probabilmente è proprio quello il passaggio per giungere sul luogo del delitto; una terza ripresa, invece, vede la donna tornare verso casa, stavolta da sola e mentre guida si vede che sta cercando o riponendo qualcosa nel cruscotto. Potrebbe essere l’arma del delitto, dettaglio importantissimo, che ha priorità nelle ricerche e per iniziare ricostruire concretamente la vicenda nella sua complessità.