Flavio Briatore ha creato un vespaio a causa di una dichiarazione sul costo economico e consueto della pizza rispetto ai prezzi più esosi della sua catena di ristoranti. É arrivata la replica
Che Flavio Briatore sia un imprenditore dalle doti eccezionali è innegabile. Tra i settori in cui ha scelto di dirigere il suo interesse c’è anche la ristorazione. Ha aperto locali a Londra, Montecarlo, Porto Cervo, Arabia Saudita, Roma e Qatar. Dallo scorso 1° marzo è approdato anche a Milano, precisamente in via Varese, tra Brera e Garibaldi, con un nuovo punto della catena di ristoranti “Crazy Pizza”.
Una delle sue più recenti esternazioni ha mandato su tutte le furie una categoria di lavoratori e non solo, poiché ha sentenziato su uno dei capisaldi della cultura culinaria italiana: la pizza. Flavio Briatore, infatti, ha difeso i prezzi proposti all’interno del suo locale, giudicati un po’ troppo esosi. L’ex team manager della scuderia Benetton, infatti, si chiede come sia possibile che una pizza possa essere venduta comunemente a soli 4 euro, mettendo in dubbio la qualità degli ingredienti usati.
Prima fu polemica per la pizza di Carlo Cracco, oggi l’attenzione si sposta su Flavio Briatore. La controversia riguarda sempre i prezzi di quest’alimento così gustoso, simbolo della nostra patria, divenuto rinomato soprattutto per essere popolare, semplice e alla portata di tutti.
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Le parole dell’imprenditore di Verzuolo hanno punto principalmente i pizzaioli napoletani che, di certo, non sono rimasti in silenzio. In particolare Gino Sorbillo, maestro pizzaiolo e manager dell’omonimo gruppo, ha dichiarato al Corriere della Sera: “In quest’ambito Briatore è l’ultimo arrivato. Sfrutta la popolarità dei pizzaioli napoletani e della pizza per creare polemica e farsi pubblicità. Considerato il vespaio che ha suscitato, ci è riuscito”.
Sorbillo, inoltre, ha scelto di mantenere prezzi ridotti per non distorcere la natura intrinseca di quest’alimento. “Se volessi aggiungere caviale o Pata Negra non avrei problemi” – ha detto il professionista di settore – “ma non lo faccio per non snaturare l’identità popolare della pizza”.
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Anche Emilio Borrelli, consigliere regionale e presidente della commissione Agricoltura della Campania, si è sentito in dovere di dire la sua sull’argomento: “Sulla pizza napoletana non accettiamo lezioni da chi non ha nessun titolo per farne”.
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