Le risposte alle affermazioni di Fulco Pratesi aprono una delicata riflessione tra sostenibilità e igiene personale. Chi ha ragione?
Il rischio di siccità incalza di ora in ora e la rinuncia alla doccia per prevenire lo spreco d’acqua dolce dell’ambientalista e giornalista, nonché presidente onorario del WWF, Fulco Pratesi diventa protagonista di una campagna che mira alla salvaguardia del pianeta agendo, stavolta, sulla propria pelle. “Ma è davvero utile?” Le sue affermazioni interagiscono con le opinioni dei cittadini italiani.
Compiuti ottantasette anni nel settembre scorso, la vita del fondatore dell’associazione ambientalista si è da sempre dimostrata in favore del rispetto della natura. Le sue ultime affermazioni, rilasciate in questi giorni, hanno scosso le coscienze di molte persone. A tal punto da essere citate da numerose testate.
Il politico di origini romane, e fondatore di “WWF Italia“, ha espresso così il suo parere durante un’intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica “Un Giorno Da Pecora“. “Sono sessant’anni che non faccio la doccia, non c’è nessun rischio di puzzare“.
Fulco Pratesi dopo 60 anni senza doccia: è il caos tra affermazioni e polemiche
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La soluzione? Sarebbe quella di lavarsi a pezzi, nei “punti più critici“. L’attenzione è poi slittata, nel corso della puntata, sul suo utilizzo limitato dello sciacquone. “È assurdo“, ha affermato Pratesi, che l’acqua potabile venga utilizzata così spesso per tale finalità.
E se la ragione stesse nel mezzo? “Non sono i cittadini che sprecano l’acqua“, o forse non sempre, scrivono alcuni in difesa delle loro attività quotidiane. “Sappiamo quanto costa e ognuno a casa sua fa economia“. Ad un ultimo post in rete, gli utenti rispondono lasciando emergere opinioni differenti sulla questione. Non si tratta soltanto di polemiche inutili e fini a se stesse. Ma anche di valutazioni che documentano le abitudini di ciascun cittadino. E non tutti sarebbero propensi a sprecare un bene così prezioso.
“È ancora niente rispetto a cosa succederà in futuro“, avrebbe aggiunto un utente mostrandosi preoccupato della situazione generale che sta colpendo, oltre al pianeta, in modo palese anche la nostra penisola. “È“, effettivamente, una situazione “pronta a degenerare“.
L’obiettivo di Pratesi, al di là del caos e delle polemiche sollevate, è stato sicuramente quello di sottolineare come una situazione che ora potrebbe sembrare improponibile, potrebbe invece divenire con il passare di pochi anni una delle soluzioni applicabili alla diminuzione di risorse essenziali per la vita umana sul pianeta. L’esempio utilizzato dall’ambientalista è infatti, in conclusione, quello della caccia. Limitare un’attività per alcuni “piacevole” ma per tutti deleteria. Pratesi ha spiegato come anni fa, tale pratica, fosse un’attività considerata alla stregua della normalità e di come egli stesso in gioventù ne abbia sperimentato le sue dinamiche.
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Soltanto adesso però, grazie alla sensibilità e uno sguardo verso il futuro, è stata vietata. L’unica soluzione è dunque quella proiettare ogni nostra azione, dalla più banale alla più decisiva, verso il futuro del pianeta “prima che sia troppo tardi“.