A Lione una bambina di neanche un anno è stata uccisa dalla sua insegnate d’asilo perché “piangeva troppo”. L’avrebbe avvelenata con uno sturalavandini. La piccola era figlia di un ingegnere bergamasco.
Una vera e propria tragedia quella accaduta lo scorso mercoledì a Lione, in Francia. Una educatrice di 27 anni avrebbe ucciso una bambina di 11 mesi, poiché piangeva troppo. L’avrebbe avvelenata facendole ingerire un liquido, probabilmente un acido utilizzato per ripristinare i lavandini intasati. La piccola era figlia di un ingegnere italiano originario di Torre Boldone, in provincia di Bergamo.
Già alle otto del mattino sono stati allertati i soccorsi, che prontamente hanno trasportato la bimba in ospedale. Lisa, avrebbe compiuto un anno dopo qualche giorno; è morta in ospedale, però, in seguito alle varie ustioni riportate. L’episodio è stato inizialmente reso noto da un giornale locale del bergamasco, Prima Bergamo, successivamente è stato diffuso dalla stampa francese.
Nello stesso asilo nido, il People and baby di Rue Danton, erano già stati segnalati alcuni fatti ambigui, che facevano presagire a maltrattamenti sui minori, in particolar modo su bambini che piangevano. Sull’omicidio sta indagando da procura della città di Lione: la ventisettenne è, al momento, rinchiusa in carcere, accusata di omicidio colposo. L’avvocato della maestra d’asilo parla di una ragazza con una situazione personale molto delicata, che evidentemente non doveva essere lasciata sola con la bimba.
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Per la donna è stata richiesta una perizia psichiatrica, per valutare il suo stato mentale, dato che il legale che sta difendendo l’imputata ha già dichiarato che non pensa si sia trattato di premeditazione, ma che avrebbe agito “solo per rabbia”.
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Dalle parole del suo difensore, però, emerge una questione importante: se le condizioni della sua assistita non erano compatibili con il ruolo da lei svolto, e quindi non poteva badare a dei bambini, perché lavorava in quell’ambito e soprattutto quali sono gli accertamenti e i controlli per essere ritenuti idonei a svolgere determinate mansioni, delicate, come nel caso dell’ educatrice?