Telefonino, ti sveliamo perché l’apparecchio elettronico più usato di tutti ti sta rovinando il cervello: la parola agli esperti
Lo utilizziamo tutti, in maggiore o minore quantità, per rimanere in contatto non solo con le persone che ci circondano ogni giorno, ma anche con coloro che non abbiamo la possibilità di frequentare abitualmente.
In aggiunta, negli ultimi anni, è divenuto un vero e proprio “must have” anche per quel che riguarda la sfera lavorativa. Farne a meno, in buona sostanza, significa essere tagliati fuori dal mondo e dover rinunciare ad una quantità infinita di opportunità.
Stiamo parlando del telefonino, l’apparecchio elettrico di cui, in assoluto, ci serviamo maggiormente durante lo svolgimento delle nostre attività abituali. Questo dispositivo, che ci ha agevolati in moltissimi ambiti della vita quotidiana, è tuttavia da utilizzare con parsimonia, se si vuole evitare il rischio di incappare in conseguenze alquanto dannose per la salute.
Il filosofo Umberto Galimberti, durante una delle sue recenti conferenze, ci ha messo in guardia proprio sull’utilizzo assiduo e costante degli smartphone. Quello che ha rivelato l’esperto non mancherà di lasciarti a corto di parole.
Telefonino, ti sveliamo perché ti sta rovinando il cervello: Umberto Galimberti ci mette in guardia
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Durante una delle recenti conferenze tenute, intitolata “Capire le nostre emozioni ci aiuta a vivere”, lo psicoanalista Umberto Galimberti ha messo in guardia la platea rispetto all’utilizzo dei telefoni cellulari. I danni che questi dispositivi arriverebbero a causare, a detta del filosofo, sono di varia natura.
Innanzitutto, le esperienze che siamo in grado di fare attraverso i cellulari – trattandosi di esperienze virtuali e non reali – non prevedono la nostra partecipazione emotiva. Potremmo, per utilizzare termini del filosofo, “fare snorkeling pur non essendo mai andati al mare“, ma questa “illusione” non ci permetterebbe di provare alcun tipo di emozione.
In aggiunta, il cellulare sarebbe responsabile di quelli che il filosofo definisce “processi di de-socializzazione e de-realizzazione“. De-realizzazione implica, secondo Galimberti, l’incapacità di agire e di muoverci nella vita reale a causa dell’alienazione a cui il telefonino inevitabilmente conduce.
Connesso al concetto di de-realizzazione vi è poi quello di de-socializzazione, in base al quale gli individui, come afferma il filosofo, preferiscono comunicare tra loro “attraverso uno schermo piuttosto che parlarsi guardandosi negli occhi“.
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Galimberti, che ha definito “pericolosissimi“ questi aspetti legati al mondo dei telefoni cellulari, ha invitato gli spettatori della conferenza a riconsiderare il loro rapporto con tali dispositivi. Sottovalutare quanto riferito dal filosofo vuol dire rischiare di andare incontro a conseguenze devastanti per la nostra salute mentale.