L’apertura di un nuovo sito per visitatori diventa un vero e proprio cimitero. I progetti a lungo termine vanno letteralmente in fumo.
Oggi per turisti e visitatori di tutto il mondo è un giorno molto triste. In Italia con la crisi economica in corso e i prezzi alle stelle non ci si può permettere di allestire strutture con progetti a lungo termine.
Eppure nel nostro Paese sentiamo spesso parlare di aperture straordinarie con l’obiettivo di delineare un nuovo orizzonte di ripresa. Alle spalle nascono quasi sempre idee innovative volte a quantificare i posti di lavoro.
Da questo punto di vista ne risente anche la speranza di veder fiorire nuovamente la cultura e la socialità di un tempo. Ecco perchè quando si parla di progetti in fumo dopo l’apertura di un sito fa davvero scalpore oltre che creare malcontento e sfiducia per un futuro migliore.
L’ultima notizia proveniente fuori dai confini nazionali ha gettato nello sconforto gli addetti. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa è accaduto di spiacevole
Oggi giorno si sente spesso parlare di nuove aperture di siti o luoghi che offrono la possibilità a chiunque di arricchire il proprio bagaglio culturale.
Purtroppo la maggior parte di questi, negli anni si rivelano dei veri e propri flop a causa del comportamento becero e irresponsabile del cittadino.
Stavolta ci troviamo in Turchia e più precisamente nella mastodontica capitale di Ankara. Tre anni fa, il presidente, Erdogan aveva allestito un enorme parco a tema, con l’obiettivo di attirare quanti più turisti possibili e rilanciare il Paese.
“E’ davvero un peccato vedere tutto ciò…”
avrebbe commentato con enorme dispiacere qualsiasi cittadino, che vede così sfumarsi sotto gli occhi, il sogno di “Wonderland Eurasia”. Un posto turistico che avrebbe avuto la capacità di registrare fino a 10 milioni di clienti l’anno.
Il parco richiamava l’era giurassica con suggestivi modelli statuari di dinosauri, volti ad attirare migliaia di appassionati ogni giorno.
Dopo circa 8 mesi dall’apertura, “Eurasia” si presenta sotto gli occhi basiti di cittadini e visitatori come un vero e proprio “cimitero” di animali in miniatura, andati distrutti.
L’area messa a disposizione dal governo ricopriva lo spazio di 120 campi di calcio l’uno adiacente all’altro.
Il triste epilogo della chiusura forzata, soprattutto a causa delle numerose perdite ha gettato tutti nello sconforto e spezzato il sogno di un Paese intero, che ha perso così una grande occasione per rilanciarsi sotto tutti i punti di vista e gli occhi del mondo intero.
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