La situazione è diventata insostenibile, i prezzi del pellet sono alle stelle e molti si chiedono cosa stia succedendo. Facciamo il punto della situazione.
La crisi del gas e dell’energia sta colpendo in modo irreversibile milioni di famiglie italiane. L’aumento esponenziale delle bollette, il rincaro sulle materie prime ed i costi di produzione e quindi di vendita, hanno generato un diffuso malcontento che a conti fatti limita il potere di acquisto dei consumatori.
L’inflazione ormai alle stelle genera l’impossibilità di soddisfare il bisogno di beni e servizi anche di prima necessità. Tra poco meno di un mese saremo in autunno e per fronteggiare il freddo lo Stato ha varato un piano per ammortizzare l’utilizzo del gas casalingo e aziendale impiegato per riscaldare gli ambienti. Si cerca di correre ai ripari dal momento che anche quest’ultimo (il gas) si acquista e si vende ad un prezzo improponibile.
Milioni di famiglie per ovviare al problema caro energia e gas hanno optato per le stufe a pellet, sfruttando anche il bonus caldaie che agevola l’installazione. Ma conviene davvero? A conti fatti e visto i prezzi sul mercato c’è scetticismo in giro. I prezzi del pellet sono ormai schizzati alle stelle ed un sacco da 10 kg può toccare la cifra di 15 euro, quando solo l’anno scorso si acquistava a 4,50 euro.
E’ possibile che i commercianti abbiano applicato un rincaro troppo elevato? Alcuni hanno ipotizzato ad una speculazione. La prima rivolta contro il caro pellet si è verificata in Francia, i giornalisti hanno indagato sulla faccenda chiedendo ai produttori di pellet come stessero le cose.
Il direttore di Propellet France ha evidenziato come le aziende abbiano subito un rincaro esorbitante sulle materie prime. Essendo la produzione in crisi, così come in tutta l’Europa, i produttori sono costretti ad immettere sul mercato prodotti che abbiano un costo così elevato dal momento che la maggior parte del ricavato serve a coprire le spese e non l’utile annuo.
Dobbiamo considerare il fatto che l’anno prossimo vivremo una situazione analoga, avremo a disposizione all’incirca il 20% in meno del pellet e prezzi ancora più alti. Quindi non è una questione di speculazione ma di sopravvivenza nel mercato.
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