ati dell’Osservatorio INPS sul precariato fa ad un boom di licenziamenti, il motivo è ancora legato agli effetti della pandemia su scala sociale.
Dati che crescono e fanno riflettere. Si tratta delle cifre legate alle dimissioni ovvero la scelta del lavoratore di lasciare il proprio posto di lavoro. Secondo quanto riporta Leggo e dai dati emersi dall’Osservatorio INPS, c’è un altro dato inquietante e non è positivo. I licenziamenti di natura economica sono raddoppiati in 6 mesi.
I dati legati alle dimissioni parlano del 31,7% in più dei rapporti di lavoro generati negli ultimi sei mesi. Si tratta di un dato impressionante: sono 1.080.245 le dimissioni dei lavoratori registrate dal Portale della Previdenza Sociale rispetto allo stesso periodo del 2021. Nelle tabelle dell’Osservatorio INPS si registrano anche dati legati al precariato secondo cui il numero dei licenziamenti sarebbero aumentati da 135.115 a 266.640.
Dimissioni e boom di chiusure contratti: il motivo è ancora legato agli effetti della pandemia
Secondo quanto riporta Leggo, il 2022 nel semestre confrontato al 2021 risente ancora degli effetti economici della politica attuata durante la fase critica dell’emergenza sanitaria. Infatti, nei primi sei mesi del 2021 era ancora in vigore il blocco dei licenziamenti.
Foto Pixabay – YESLIFE.ITTutto questo era dovuto alla crisi economica che ha attraversato l’Italia durante i mesi del lockdown e nei mesi successivi, nel vivo del periodo pandemia. Il confronto con il 2021 resta quindi positivo e fa ben sperare nei mesi che verranno.
INPS: saldo positivo per contratti a tempo indeterminato a fronte dei licenziamenti
Si tratta di dati che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha fatto emergere in questi giorni riguardo la situazione del precariato.
Qui emergono alcuni dati legati ai contratti a tempo indeterminato: le assunzioni o le trasformazioni della tipologia di contratto è stata positiva per 255,341 posti di lavoro. Conteggio differente, un saldo in positivo, rispetto alle stesse mensilità del 2021 dove erano 113,042. Cambia la situazione riguardo i lavoratori stagionali, i domestici e gli operai agricoli: in questi casi non sono state evidenziate riscontri positivi. Differente per i dipendenti enti pubblici economici.
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