Non c’è pace sul territorio ucraino: 8 missili lanciati su Zaporizhzhia, vicino alla centrale nucleare; lo riporta l’agenzia Ukrinform.
Non esiste tregua in Ucraina, oggi al suo 208° giorno di conflitto. Anche per questo lunedì, 19 settembre, la speranza di una risoluzione diplomatica muore sul territorio. La conferma arriva dagli ultimi aggiornamenti riportati dall’Agenzia stampa locale Ukrinform.
Ogni giorno le crudeltà dell’operazione speciale, così continua a nominarla il leader del Cremlino, colorano di rosso le località più strategiche e delicate del Paese attraverso raid, bombardamenti e stragi.
Massacri di corpi, torturati e uccisi in camere di tortura per poi essere dimenticati dal mondo nelle fosse comuni. L’ultimo orrore in un’area boschiva di Izyum, nell’oblast di Kharkiv: ritrovati più di 440 cadaveri ammassati tra loro con “corpi legati” e “segni di tortura”.
Joe Biden: “bisogna evitare il terzo conflitto mondiale”
Le vittime della volontà cieca di Mosca sono civili e soldat giustiziati. Secondo le stime ufficiali, dallo scoppio del conflitto l’Ucraina ha perso un elevato numero di cittadini tra bambini, ragazzi e intere famiglie.
I principali strumenti di morte utilizzati dall’esercito russo sono raid e attacchi aerei, ma anche sistemi di tortura. Le immagini riportate dai principali media internazionali testimoniano la brutalità dell’offensiva; sangue e violenza piegano ogni giorno il popolo ucraino. L’orrore delle fosse: numerose vittime sono state rinvenute con il cappio al collo, gli arti legati o le orecchie mozzate; altri, invece, sono morti di stenti o per la prolungata assenza di cure e assistenza medica.
Di fronte a tale scenario di morte, il presidente Zelensky lancia l’appello a Joe Biden per l’invio di un’arma più potente sul territorio. Risposta negativa dalla Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti ha opposto ferma resistenza alla pressante richiesta del leader ucraino, precisando che gli USA sono impegnati a frenare la scintilla del terzo conflitto mondiale.
Raid nella notte: 8 missili lanciati su Zaporizhzhia
La richiesta di ritiro dell’operazione speciale arriva anche dall’India. Durante il vertice di venerdì 16 settembre, il primo ministro Narendra Modi ha ricordato al presidente russo che “non è periodo di conflitti.”
росія ставить світ на межу ядерної катастрофи задля отримання поступок – Галущенкоhttps://t.co/UFSRwBJCej pic.twitter.com/GggCoBKdqL
— Ukrinform (@UKRINFORM) September 19, 2022
Nonostante il freno internazionale, la Russia avanza l’offensiva nelle aree più delicate del Paese. La conferma arriva dall’ultimo aggiornamento Ukrinform: un raid nella notte su Zaporizhzhia è l’ultima spia dell’instabile pericolo mondiale.
Stando a quanto riporta il capo dell’amministrazione militare regionale citato dalla nota Agenzia stampa locale, nelle prime ore di lunedì 19 settembre, un attacco missilistico ha acceso le località vicine alla centrale nucleare.
I principali media internazionali riferiscono il numero dei missili lanciati sull’area sud-orientale che accoglie la più grande centrale nucleare europea. Secondo le fonti ufficiali sarebbero 8 i razzi del raid.
Secondo le prime ricostruzioni uno dei razzi ha colpito il centro regionale di Zaporizhzhia vicino al fiume Dnipro. AL MOMENTO NON CI SONO AGGIORNAMENTI SU VITTIME E FERITI DELL’ATTACCO.