Borse in picchiata, proteste in piazza e popolazione in fuga: è questo il volto della Russia al 211° giorno di conflitto.
Crisi Ucraina, 211° giorno di conflitto: la Russia vacilla. Che la situazione in campo non sia florida per l’esercito di Mosca è una ormai una realtà affermata. Un’ulteriore convalida arriva dal redente appello del leader del Cremlino.
Il recente appello alla mobilitazione parziale è spia di un Paese sull’orlo del collasso. La crisi, però, non riguarda solo la toppa di 300.000 riservisti da apporre a un esercito stanco e logorato da mesi di conflitto.
La più grande spia del declino della Federazione è visibile nell’esasperazione del suo popolo, unito in grida di protesta contro i crimini del Cremlino, e dell’intero sistema economico, con la svalutazione del rublo, banche al tappeto e borse in picchiata.
L’appello alla cooptazione militare del Paese arriva al 211° giorno di conflitto, meglio conosciuto formalmente come operazione speciale, a sette mesi dallo scoppio della scintilla sul territorio ucraino.
Tale operazione ha carattere di “necessaria urgenza“ per la Russia. Si tratta della terza mobilitazione parziale che la Federazione Russa chiede ai suoi riservisti: l’ultima risale al 1941, quando le forze naziste erano pronte a invadere i confini dell’Unione Sovietica.
La richiesta del leader del Cremlino durante il suo discorso televisivo è voce di un Paese che, sorpreso e piegato dalla resistenza dei soldati ucraini, si trova costretto a riposizionare i suoi uomini per frenare il fallimento del piano strategico dell’operazione speciale.
Esasperato dal conflitto, dalle sanzioni internazionali, nonché dalla repressione e dalla censura di Stato, quello russo è oggi un popolo di fuggitivi. Ad acuire la situazione è la tensione crescente a seguito del recente appello alla mobilitazione parziale del Paese.
Stando agli ultimi aggiornamenti resi noti dai principali media internazionali, in Russia è già tutto esaurito con riferimento ai voli verso Paesi senza visto, come la Turchia o l’Azerbaijan. I prossimi biglietti aerei, invece, vedranno un sensibile incremento dei prezzi.
Il declino del Paese è confermato anche dal settore economico e finanziario con banche al tappeto e borse in picchiata. Con perdite superiori al 6%, la borsa di Mosca crolla all’indice al minimo dal 1996.
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