A riportare la notizia è la nota agenzia stampa russa Tass: la fonte ufficiale ha riportato i primi dati relativi al voto dei residenti locali.
Crisi Ucraina, 216° giorno di conflitto. Si acuisce l’escalation tra i due Paesi belligeranti: l’operazione speciale russa continua ad avanzare scricchiolante sul territorio ucraino tra l’accesa minaccia nucleare e l’appello al servizio militare da parte del Cremlino.
Referendum In Ukraine: A Historical Context
VT’s Jack Heart with Moon Over Alabama go over the Historical Lands of Ukraine and how they relate to today’s warhttps://t.co/eAB6Z1k3tt#EMPIRES #INDEPENDENCE #MILITARY #RUSSIA #UKRAINE pic.twitter.com/siWEROfKdP— VeteransToday (@veteranstoday) September 27, 2022
Sotto scacco a causa della della scarsa preparazione delle sue truppe di fronte alla sorprendente resistenza ucraina, la Russia si ritrova costretta a ridimensionare l’originaria pianificazione strategica dell’invasione sul campo ucraino.
Oltre alla comunità ucraina, a pagare il prezzo più alto del conflitto è anche il popolo russo: già scosso dal peso del conflitto e delle sanzioni internazionali, anche l’equilibrio sociale all’interno della Federazione Russa vacilla da tempo sul filo dell’esasperazione.
Fuga di massa dopo l’appello alla mobilitazione parziale
La disperazione del popolo russo è udibile ogni giorno nelle piazze, epicentro di scontri tra le macchine della censura e le grida dei dissidenti. La maggior parte delle proteste culmina in scontri tra le forze dell’ordine e arresti: molti cortei si ritrovano le manette ai polsi ancor prima di raggiungere il sito della manifestazione.
Un altro cenno di squilibrio sociopolitico è visibile nella fuga di massa dalla Federazione Russa a seguito del recente appello alla mobilitazione parziale. Gli ultimi dati rilasciati dal Novaia Gazeta citato dal quotidiano The Kyiv Indipendent sono epocali: stando alle stime ufficiali tra i fuggitivi si contano più di 260mila uomini russi abili all’arruolamento.
L’impennata di massa oltre confine si è acuita a seguito dell’informazione circa la chiusura dei confini di Stato agli uomini considerati adatti e abili al servizio di leva. Le mete più trafficate sono l’Armenia, la Turchia, l’Azerbaigian, la Mongolia e altri paesi senza visto.
A scappare ci sono anche cittadini benestanti, pronti a sborsare cifre impensabili per un singolo posto in un jet privato, che attualmente si aggira intorno alla fascia 22.000-28.000 euro mentre sale a 90.000 e i 157.000 euro per il noleggio completo (8 posti).
Primi dati referendum: più del 95% è favorevole all’annessione russa
Nel frattempo, la minaccia nucleare non si spegne. In merito, il vicepresidente del
Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev ha ribadito il “diritto della Federazione” a usare le armi nucleari.
Nello specifico, l’ex presidente russo ha asserito che
La federazione russa ha il diritto di utilizzare la forza nucleare, se necessario, in base alla dottrina nucleare
Altrettanto tesa è la situazione sul territorio ucraino all’ultimo giorno di referendum. Secondo gli ultimi aggiornamenti riportati dalla Tass di questo martedì 27 settembre, i primi dati approverebbero l’annessione russa dei quattro territori ucraini.
Stando alle stime ufficiali, più del 95% dei votanti si è dichiarato favorevole all’annessione di Mosca dei territori occupati di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. I quattro oblasti andrebbero a formare il Distretto di Crimea.
Le stime trovano conferma anche nella fonte di Ria Novosti, che riporta nello specifico la percentuale del “sì” delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, nel Donbass, e delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.