L’evoluzione dell’uomo ha determinato una crescita esponenziale della popolazione tale da provocare un consumo massivo delle risorse del pianeta.
Dall’industrializzazione in poi i combustibili fossili quali gas naturali, petrolio e carbone sono diventati la nostra fonte primaria di energia. Sfruttati in tutti i settori, dai trasporti fino ad arrivare al consumo domestico, forniscono l’80 per cento dell’energia mondiale.
Le riserve di carbonio sul nostro pianeta sono presenti nell’atmosfera, nell’oceano, nella biosfera e nella crosta terrestre da milioni di anni in perfetto equilibrio, ma le emissioni che generiamo con lo sfruttamento dell’energia hanno compromesso l’intero sistema. Durante la combustione vengono rilasciati gas serra che vanno a intaccare l’equilibrio naturale generando una crisi dell’ambiente a livello globale.
Gli accordi di Parigi del 2015 prevedevano la riduzione del 55% di emissioni di gas serra in Europa nel 2030 rispetto al 1990. Nel periodo 1990-2020 sono diminuite solo del 30%. Un’alternativa energetica ai combustibili fossili, è rappresentata dalle energie rinnovabili quali idroelettrica, solare, eolica, marina e geotermica ma al momento le attuali politiche non dedicano loro la giusta attenzione.
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Legambiente a questo proposito delinea un quadro chiaro dell’Italia di oggi, che vede ancora la presenza di 120 infrastrutture inquinanti, in corso di valutazione presso il MITE. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, dichiara infatti la necessità di un atteggiamento diverso per la prossima legislatura. ”La crisi climatica – si legge sul sito dell’associazione ambientale- sta accelerando il passo, circostanza rappresentata anche dall’incremento degli eventi meteorologici estremi nel nostro Paese. Esempi sono le ondate di calore e le alluvioni durante la stagione estiva appena conclusasi. Per fermarla è indispensabile adottare strategie più concrete”.
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Le strategie per contrastare il cambiamento climatico sono state citate anche nei programmi politici della campagna elettorale del 25 Settembre 2022, ma le proposte, soprattutto per quanto riguarda quelle della coalizione politica appena eletta a maggioranza, non sembrano mirare a una vera e propria soluzione del problema. A dimostrarlo è stato il progetto Indice di Impegno Climatico per le Elezioni Politiche del 2022 promosso da Climalteranti e Italian Climate Network.
Il progetto è stato realizzato da un gruppo di 20 scienziati ed esperti politici in ambito climatico, è stata effettuata una valutazione degli impegni climatici nella campagna elettorale seguendo dieci criteri: centralità, settoriali, ambizione, fuoriuscita dai fossili, investimenti pubblici, equità e disuguaglianza, distrazioni, quadro internazionale, negazionismo, inattivismo. Il risultato finale di questo studio dimostra che la maggior parte delle forze politiche hanno riportato valori molto bassi, lontani dal raggiungimento degli obbiettivi dell’Accordo di Parigi.
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