Un uomo di 80 anni ha ucciso la figlia disabile, poi si è tolto la vita: la tragedia nella notte tra lunedì e martedì in un appartamento di Osnago (Lecco).
Orrore a Osnago, comune in provincia di Lecco, dove nella notte tra lunedì e martedì un 80enne ha ucciso la figlia disabile di 45 anni e successivamente si è tolto la vita all’interno dell’abitazione dove entrambi vivevano.
L’allarme è scattato quando un altro figlio dell’anziano si è recato presso l’appartamento facendo la terribile scoperta. Immediato l’intervento dei carabinieri a cui è affidato il compito di ricostruire quanto accaduto e risalire al movente dell’omicidio-suicidio.
Osnago, omicidio-suicidio in un’abitazione: anziano uccide la figlia disabile e si toglie la vita
Ha aperto la porta ed ha trovato i corpi senza vita del padre e della sorella, rispettivamente di 80 e 45 anni. Questa l’agghiacciante scoperta fatta da un uomo che ieri mattina, martedì 25 ottobre, era andato a trovare i familiari in un’abitazione di Osnago (Lecco).
A chiamarlo erano stati i volontari di un centro diurno di Ronco Briantino che la 45enne era solita frequentare, preoccupati per il suo mancato arrivo. Dopo la segnalazione, presso l’appartamento sono arrivati i carabinieri di Lecco e gli agenti della Polizia Locale che hanno attivato le indagini per far luce sulla vicenda.
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Dopo i primi riscontri, i militari dell’Arma hanno intuito si fosse trattato di un omicidio-suicidio, avvenuto nelle ore precedenti al ritrovamento. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, riporta il quotidiano Repubblica, l’80enne avrebbe somministrato alla figlia disabile, di cui si prendeva cura ormai da anni, una dose massiccia di farmaci uccidendola. Poco dopo, avrebbe deciso di farla finita tagliandosi le vene con un coltello.
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Ora i militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecco, stanno indagando per cercare di capire le ragioni che avrebbero spinto l’uomo, ex dipendente comunale, a commettere un simile gesto. Tra le ipotesi più accreditate, scrive la redazione di Repubblica, la paura di non poter più un giorno badare alla figlia disabile, considerata anche la sua età.