La 39enne di Napoli è la 15esima vittima di femminicidio del 2021, massacrata con un’arma da taglio dal compagno che non accettava la fine della loro storia.
Lei era un’insegnante di sostegno al liceo artistico di Largo Santi Apostoli a Napoli anche se viveva nel quartiere San Carlo all’Arena del capoluogo partenopeo da diversi anni.
Viveva lì da ormai 6 anni con il marito, e padre di suo figlio, Pinotto Iacomino, imprenditore nel settore turistico a Ercolano.
Tra di loro le cose non andavano più bene da diversi mesi, l’uomo inoltre da dicembre dormiva in auto anche se Ornella Pinto gli aveva consegnato le chiavi di casa per poter stare accanto al figlio di 3 anni.
La notte del 13 marzo, alle 4 di mattina, Iacomino entrò nell’abitazione e dopo una brusca lite con la donna la ferì brutalmente al petto con un coltello provocandone 9 tagli profondi ai polmoni.
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L’uomo prima di scappare in auto verso l’Umbria e costituirsi presso la stazione dei Carabinieri di Montegabbione (Terni), confessò tutto alla vicina di casa.
Ornella invece, ancora agonizzante, aveva fatto in tempo a chiamare la sorella e avvisarla. Venne trasportata d’urgenza al vicino Ospedale Caldarelli di Napoli dove però spirò alle 10.35 per l’emorragia riportata.
Nei confronti di Pinotto venne disposto l’immediato fermo per omicidio volontario. Lui aveva confessato che aveva preso il coltello direttamente dall’abitazione di Ornella ma i familiari della donna ammisero che con molta probabilità lo aveva preso nel suo albergo di Ercolano con l’intento iniziale di ucciderla.
Il medico legale infatti ebbe modo di evidenziare l’assenza sulla salma di Ornella di tracce di una colluttazione, segno che lei era stata colta alla sprovvista nel sonno.
Per questo motivo il Gip di Napoli confermò il suo fermo in carcere con “l’aggravanti dalla premeditazione, dalla crudeltà. E dall’aver commesso il fatto ai danni di persona alla quale era legato da una relazione affettiva”.
Il 10 maggio 2022 la Corte d’Assise di Napoli condannò Iacomino all’ergastolo accogliendo le tesi dell’accusa.
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