La 32enne è stata uccisa in casa sua ad Aosta dove risiedeva da poche settimane, a dare l’allarme la mamma e la sorella che non avevano notizie di lei.
Si tratta della 17esima vittima di femminicidio uccisa il 18 aprile 2021 da un uomo che non accettava un no alla loro relazione. Elena Raluca Serban aveva 32 anni e da fine marzo viveva ad Aosta, ma era nata in Romania a Galati, poi si era trasferita con la madre e la sorella a Lucca per dirottare al sua strada a Londra nel 2015.
Elena era una giramondo e amava viaggiare, però era anche molto legata alla sua famiglia. Proprio le due donne della sua vita non sentendola da qualche ora erano subito corse presso la sua nuova abitazione per accertarsi del suo stato di salute.
Dovettero chiamare però i Vigili del Fuoco per aprire la porta chiusa dall’interno. Il ritrovamento del corpo della giovane all’interno della vasca del bagno con una profonda ferita da taglio alla gola.
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L’autopsia accertò che Elena era stata uccisa il giorno prima, l’ultima ad averla vista la vicina di casa intorno alle 11 di mattina.
Venne intercettato poche ore dopo il presunto killer, tale Gabriel Falloni, 36 anni, originario di Sorso in provincia di Sassari.
L’uomo era stato incastrato dalle telecamere di videosorveglianza della zona proprio nei pressi dell’abitazione della giovane. Interrogato dai Carabinieri ammise le sue colpe e l’omicidio della ragazza con cui aveva avuto un appuntamento il giorno 17 aprile. Entrato poi nella sua abitazione l’avrebbe uccisa e portato via una grande quantità di denaro in contanti trovato nascosto. Aveva trovato il tempo anche per ripulire la stanza e portare via con sé l’arma del delitto.
Falloni era già stato condannato dal Tribunale di Sassari a scontare 4 anni di reclusione dopo che nel 2014 aveva tentato di violentare una 22enne. L’anno prima aveva fatto lo stesso con una donna sassarese con cui stava contrattando l’affitto di un alloggio.
Nel 2012 fu denunciato invece da due prostitute che aveva picchiato e derubato dopo un rapporto sessuale.
La Procura dispose quindi nei suoi confronti la custodia cautelare immediata per “l’elevato rischio di recidiva e il pericolo di fuga da parte dell’indiziato”.
L’esame psichiatrico richiesto dalla difesa rilevò nell’assassino un “disturbo psichico della personalità di tipo antisociale” anche se questo non aveva interferito nella sua volontà di uccidere Elena.
L’istanza di rito abbreviato venne rigettata in autunno, e il 25 maggio 2022 venne condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Aosta per omicidio volontario aggravato da crudeltà.
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