Lei è la 23esima donna uccisa per mano del compagno da inizio 2021, nulla da fare contro la foga omicida della guardia giurata che non voleva rinunciare a lei.
Sono stati i vicini di casa ad avvertire i sanitari ed i Carabinieri dopo aver sentito diversi colpi d’arma da fuoco provenire da dentro l’abitazione di Angela Dargenio (48 anni) quel pomeriggio del 7 maggio 2021.
Il 118 arrivato nella sua casa a Torino l’aveva trovata ancora viva ma durante il trasporto urgente nel vicino ospedale era morta per via della profonda emorragia provocata da 8 colpi di pistola giunti al petto.
A sparare l’ex compagno della donna e padre dei suoi figli, la guardia giurata Massimo Bianco, con cui Angela aveva divorziato alcuni mesi prima. I due erano stati sposati quasi 20 anni ma il matrimonio era terminato per tante incomprensioni reciproche mai risolte. Fino all’atroce epilogo della sparatoria.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —-> Ylenia Lombardo, morta semicarbonizzata dentro la sua abitazione: arrestato il fidanzato
Nulla da fare per Angela Dargenio, rapporto inclinato da tempo con Massimo Bianco
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —-> Saman Abbas, uccisa dalla famiglia perché non voleva accettare il matrimonio combinato con un cugino
Il 50enne aveva sparato all’ex moglie dopo una violenta lite perché pochi giorni prima l’aveva vista nell’androne del palazzo in cui risiedeva con un altro uomo e non aveva accettato questo affronto nei suoi confronti.
Bianco infatti dopo la separazione si era spostato in un altro appartamento sempre nello stesso complesso condominiale per stare accanto ai figli. Aspetto che però lo costringeva anche a vivere a stretto contatto con Angela verso cui provava ancora un forte sentimento.
All’arrivo dei Carabinieri nel condominio l’uomo non oppose resistenza e venne condotto in caserma per l’interrogatorio dove confessò il delitto passionale.
L’esame balistico dei proiettili però non convinse gli investigatori: la confessione di Bianco non era attendibile in quanto si accertò che la vittima fu raggiunta dai proiettili in movimento appena uscita dall’ascensore del condominio. Non vi era stata quindi una lite tra i due prima dell’omicidio.
Il 24 febbraio 2022 l’uomo fu condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Torino per omicidio volontario.