Sbanda e si schianta contro un albero, il mistero sulla laurea di Riccardo Faggian pone l’attenzione su un aspetto finora non considerato.
Di Alessia Conte
30 Novembre 2022
Chi è Riccardo Faggian, la sua morte ha sconvolto l’Italia
Un ragazzo come tanti, con diversi sogni nel cassetto ed una voglia di vivere secondo quello che gli stava più a cuore, ecco chi era Riccardo Faggian, il ragazzo di 26 anni morto schiantandosi contro un albero con la sua auto. Questa è l’unica certezza che pone la parola fine al giovane originario di Padova.
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La dinamica dell’incidente
La morte di Riccardo ha lasciato sgomenti amici e parenti, la sua Opel ha sbandato e si è fermata contro un albero dove il 26enne ha incontrato la morte. Attualmente la Procura di Padova ha aperto un fascicolo per indagare sull’incidente verificatosi tra la notte del 28 e del 29 novembre. Gli inquirenti coadiuvati con le forze dell’ordine locali hanno effettuato i rilievi di rito in via Romana Aponense all’incrocio con via Latisana. Tale indagini sono fondamentali per capire se il ragazzo abbia sbandato di spontanea volontà o se sia stata una casualità fatale. L’Opel guidata da Riccardo, viaggiava a velocità sostenuta, ha invaso la corsia opposta e si è schiantata frontalmente. Naturalmente non è da escludere nessuna ipotesi per la morte del ragazzo.
Gli esami mai sostenuti e la laurea fantasma
Dalle indagini finora effettuate si evince che il 26enne non era prossimo alla fine degli studi, così come si ipotizzava. Riccardo era iscritto alla facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università di Padova ed il 29 novembre avrebbe dovuto discutere la tesi.
Tale dettaglio è stato smentito dall’ateneo, Riccardo sul libretto non aveva sostenuto nessun esame. In questi giorni avrebbe dovuto festeggiare con amici e parenti il traguardo raggiunto.
Il dovere di dover dimostrare, un male del secolo
La morte di Riccardo pone l’attenzione su un aspetto importante dell’odierna società, purtroppo la cronaca nera è stata macchiata da simili morti. Ragazzi e ragazze che devono dimostrare a genitori, amici e parenti di aver realizzato qualcosa che spesso e volentieri non esiste. Il peso dello sconforto diventa così asfissiante che negli anni moltissimi hanno preferito la morte pur di non affrontare la realtà.