Un racconto struggente sugli ultimi giorni di vita di Gianluca Vialli, a raccontarli è l’amico di sempre Massimo Mauro.
La morte di Gianluca Vialli ha scosso tutti
Il nuovo anno è iniziato nel peggiore dei modi per i tifosi italiani, si era concluso con la morte di Sinisa Mihajlovic, che ha combattuto per 5 anni contro una grave forma di leucemia ed è iniziato peggio con la scomparsa (il 6 gennaio 2023) dell’amico Gianluca Vialli, il quale combatteva contro una grave forma di tumore al pancreas.
Entrambi gli ex campioni erano molto giovani, 58 anni Vialli e 53 anni Sinisa, una vita dedicata allo sport, agli amici, alla famiglia. Tutto è finito troppo presto, sia per quanto concerne gli affetti sia per quanto concerne la carriera, entrambi avevano ancora molto da offrire al mondo del calcio.
Ecco come l’ex campione ha trascorso gli ultimi giorni di vita
Subito dopo i funerali di Sinisa, morto il 16 dicembre 2022, Vialli è volato a Londra, in una clinica, per sottoporsi a delle cure sperimentali. Il suo addio momentaneo al calcio fece emozionare tutti, amici e tifosi (anche di altre squadre). In momenti come questi, la competizione calcistica cessa e cede il passo all’umanità, cosa avvenuta ogni qual volta un giocatore è venuto a mancare o è stato male.
Vialli è stato accompagnato verso la fine dai suoi affetti più cari, famiglia, amici, colleghi. Gli ultimi istanti della sua vita ci vengono forniti dall’amico di sempre Massimo Mauro, il quale al tg 1 ha confessato: “L’ho visto dieci giorni fa a Londra ed era in condizioni molto critiche. Era difficile comunicare con lui. Ogni due ore, per circa dieci minuti ritornava lucido”, rende noto Mauro.
“Lui mi ha chiesto di andare a salutarlo e per fortuna sono riuscito a vederlo a Londra. Era un uomo credibile e aveva una vera leadership. Negli ultimi anni ha vissuto un’esperienza straordinaria in Nazionale, che gli ha dato tanto entusiasmo, e di questo ringrazio la Figc. Lascia due bimbe e una moglie fantastiche.” Parole che straziano il cuore e che lasciano sbigottiti tutte le persone che hanno sperato in un miracolo, purtroppo mai avvenuto.