L’innalzamento del livello dei mari preoccupa l’Onu che chiede di non sottovalutare il fenomeno: le conseguenze riguarderebbero l’intera popolazione.
Di Redazione
19 febbraio 2023
Antònio Guterres, il Segretario generale del consiglio di Sicurezza dell’Onu, durante una seduta a posto al centro della discussione un problema che riguarda l’intera popolazione, ovvero l’innalzamento del livello dei mari.
Guterres ha parlato di “esodo di massa“ di intere popolazione su “scala biblica” e della competizione sempre più forte per l’acqua dolce, la terra e altre risorse. Il rischio potrebbe concretizzarsi nella maggior parte del pianeta entro i prossimi 80 anni.
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La seduta era dedicata alle ricadute sulla sicurezza, i diritti umani, il diritto internazionale e la coesione sociale di questo fenomeno globale. In questo contesto il Segretario generale ha voluto avvertire e ha consigliato di non sottovalutare il fenomeno dell’aumento del livello dei mari.
L’aumento del livello, in alcune regioni del pianeta è tre volte la media globale, quindi, in un lasso di tempo non molto esteso interi paesi e comunità rischiano di sparire per sempre. “Potrebbe verificarsi un esodo di massa di intere popolazioni su scala biblica e una competizione sempre più forte per l’acqua dolce, la terra e altre risorse”, ha dichiarato Antonio Guterres.
In questo momento sono alcune regioni a subire danni, ma in futuro l’innalzamento dei mari diventerà una minaccia comune. Da Bangkok a Londra, da Shanghai a New York.
Il totale delle persone che vivono nelle zone costiere a bassa quota sono 900 milioni, quindi, un persona su dieci sulla terra. Si stima che entro il 2100 gli abitanti che avranno bisogno di spostarsi altrove saranno tra i 250 e 400 milioni.
Il fenomeno dell’aumento del livello dei mari in tutto il mondo, inizia a far sentire, in altri ambiti, le conseguenze in modo lento ma spietato, diventando, così, un “moltiplicatore di minaccia”, perché danneggiando vite umane, infrastrutture ed economie, si hanno conseguenze drammatiche per la sicurezza e la pace globale. Bisogna, dunque, ridurre il più possibile le emissioni di carbonio, affrontare il problema “povertà” e sviluppare nuove leggi internazionali per tutelare chi è rimasto senza dimora.
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