Non è così difficile soffrire di disturbi alimentari, anche se a volte si tende a negare. Riconoscere il problema rappresenta il primo passo per poterlo discutere.
Negli ultimi anni si sente parlare sempre meno di disturbi alimentari, conosciuti anche come disturbi del comportamento alimentare, problema che è però ancora oggi diffuso tra i giovani e non solo. Anzi, in realtà soprattutto nel mondo occidentale sono aumentati a dismisura proprio perché sono in tanti a credere che l’idea di magrezza sia in assoluto la migliore e il prototipo a cui si debba fare il possibile per arrivare.
In genere il malessere inizia a emergere nel pieno dell’adolescenza, periodo in cui si tende a guardare maggiormente se si è diversi dagli altri, ma non mancano purtroppo anche i casi tra i bambini e gli adulti. Oltre i 40 anni può essere legato a una condizione stressante che si vive, che porta a modifiche nel proprio approccio con il cibo.
Guarire dai disturbi alimentari non è certamente semplice, soprattutto perché spesso è proprio quando si pensa di essersi messi alle spalle la fase più difficile può esserci una ricaduta. Anzi, spesso chi vive questi disturbi in prima persona tende a negarli e a sostenere di non avere bisogno di alcun tipo di aiuto, a maggior ragione da parte di uno specialista. È proprio per questo che è importante non lasciare soli i nostri affetti più cari, in modo tale da intervenire in modo tempestivo se si dovesse individuare qualche anomalia.
Ma quali sono i segnali che dovrebbero metterci in allarme? Ce ne sono diversi,che possono essere indicatori e che non dovrebbero essere sottovalutati.
Tra i comportamenti più frequenti ci sono la lentezza nel mangiare, eliminare o rifiutare improvvisamente alcuni alimenti, aumento dell’attività fisica, negazione della fame e scomparsa del cibo dalla dispensa. Nei casi più gravi questi possono portare a conseguenze anche sul piano fisico, quali ad esempio amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale), sensibilità ingiustificata al freddo, perdita dei capelli (anche con la presenza di “buchi” improvvisi sulla testa), stanchezza costante, variazioni di peso, pallore al volto, deterioramento dei denti e annebbiamento.
Questo, inevitabilmente, può influire anche sul proprio approccio alla quotidianità, che può variare improvvisamente. Tanti iniziano ad avere bassa autostima, cambiamenti repentini di umore, oltre ad avere la tendenza a isolarsi e a essere interessati a parlare esclusivamente di fitness e alimentazione.
Pur rientrando sempre nella categoria dei “disturbi alimentari“, questi possono essere di vario tipo, proprio per questo conoscerne le caratteristiche può essere utile per aiutare chi ne soffre. In genere se ne distinguono tre:
Tra le cause più diffuse di questi problemi possono esserci diversi problemi psicologici, che non dovrebbero mai essere sottovalutati. È il caso, ad esempio, di chi è stato vittima di abusi o ha avuto problemi familiari, ma anche di chi ha bassa autostima o vive una fase di depressione, che porta a comportamenti non controllati con il cibo.
Il primo passo da compiere può essere prendere contatto con uno psicoterapeuta, con cui è possibile iniziare un percorso, che porta a individuarne le cause, per poi recarsi da un nutrizionista, che fornirà un piano di recupero.
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