Nella serata di venerdì a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, un 50enne è stato ucciso a coltellate al culmine di una lite: fermata la figlia che ha confessato il delitto.
Ha colpito il padre 50enne uccidendolo per difendere la madre durante una lite domestica. Questo quanto accaduto nella serata di venerdì all’interno di un’abitazione di Nizza Monferrato, comune della provincia di Asti.
A sferrare i fendenti una giovane di 18 anni che ha confessato il delitto agli inquirenti ammettendo di aver agito per difendere la madre e sé stessa. Secondo il suo racconto, il 50enne le aveva aggredite al culmine di una discussione accesa, a quel punto la 18enne avrebbe impugnato un coltello e colpito il genitore. La 18enne ha poi aggiunto che non si trattava della prima volta che il padre si scagliava contro mamma e figlia. Per la giovane è scattato un provvedimento di fermo ed ora si trova in una comunità protetta.
Nizza Monferrato, 18enne uccide il padre durante una lite: “Ci picchiava, mi sono difesa”
“Ha sempre picchiato me e mia madre, non volevo ucciderlo. Mi sono difesa”. Così ha confessato l’omicidio del padre agli inquirenti, Makka, la ragazza di 18 anni che, nella serata di venerdì 1 marzo, ha accoltellato il padre durante una lite familiare nella casa in cui vivevano a Nizza Monferrato, in provincia di Asti. La vittima è Akhyad Sulaev, di 50 anni.
Secondo il racconto agli inquirenti della ragazza, come riporta la redazione de Il Corriere della Sera, quella sera in casa era scoppiato l’ennesimo litigio dopo che Sulaev aveva lasciato il lavoro e chiesto alla moglie e alla figlia, che erano state assunte in un ristorante, di fare lo stesso. Al culmine della discussione, l’uomo avrebbe aggredito la coniuge e poi la figlia che aveva provato a difendere la madre. A quel punto, ha spiegato Makka agli investigatori, la 18enne ha afferrato un coltello e colpito il padre per difendersi.
All’arrivo dei soccorsi per il 50enne non è stato possibile far nulla se non constatarne il decesso. Sul posto sono poi intervenuti anche i carabinieri che hanno avviato le indagini e fermato la figlia della vittima, portata in caserma per essere interrogata. In serata, Makka è crollata confessando quanto accaduto.
Violenze continue
La giovane, durante la confessione, ha descritto le continue violenze subite dalla madre e da lei stessa affermando che Akhyad Sulaev, esperto di arti marziali, le avrebbe sempre picchiate e sembra pretendesse di avere l’assoluto controllo su di loro. Violenze che, però, non erano mai state denunciate alle forze dell’ordine. In casa al momento della tragedia erano presenti, ma in un’altra stanza, i tre fratellini di Makka, tre ragazzini tra i 14 ed i 10 anni.
Il racconto della 18enne, che è stata trasferita in una comunità protetta, è ora al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di ricostruire nel dettaglio la dinamica dei fatti.