Quando la tecnologia diventa stress: lo shopping compulsivo e la “subscription fatigue”

Il digitale ha cambiato radicalmente il nostro rapporto con gli acquisti. Se un tempo era necessario recarsi fisicamente nei negozi per acquistare prodotti, oggi tutto è a portata di clic.

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Questo cambiamento ha portato innumerevoli benefici, ma ha anche alimentato nuovi fenomeni problematici, come lo shopping compulsivo e la “subscription fatigue“. Il primo rappresenta una difficoltà a resistere agli acquisti online, spesso privi di reale necessità. Il secondo riguarda l’effetto stressante di gestire un numero crescente di abbonamenti digitali.

Come si legge nell’approfondimento di ExpressVPN, la sensazione di non avere il controllo delle sottoscrizioni provoca stress, quindi produce preoccupazioni circa costi, rinnovi e scadenze da ricordare.

Lo shopping online: comodità o dipendenza?

La rivoluzione dell’e-commerce ha trasformato il modo in cui consumiamo beni e servizi e i negozi online hanno reso gli acquisti facili e veloci. Tuttavia, questa comodità ha un rovescio della medaglia: un impulso, talvolta irrefrenabile, che spinge a comprare senza prestare troppa attenzione ai dettagli o alle proprie reali necessità.

Il fenomeno dello shopping compulsivo online si radica in meccanismi psicologici ben precisi. Gli sconti, le offerte lampo e i messaggi di urgenza (“Solo 2 pezzi rimasti!”) attivano una risposta emotiva che spinge gli utenti a comprare subito, spesso senza riflettere. Le notifiche immediate di conferma dell’acquisto e il monitoraggio in tempo reale delle spedizioni amplificano questa sensazione di gratificazione immediata.

Per molte persone, l’acquisto online è una forma di evasione. Lo stress, l’ansia o la solitudine spingono a cercare conforto in attività che offrono un piacere istantaneo. Purtroppo, però, questa dinamica si traduce spesso in sensi di colpa e frustrazione quando ci si rende conto di aver speso troppo o di aver accumulato beni inutili.

Subscription fatigue: quando gli abbonamenti diventano un peso

Negli ultimi anni i servizi in abbonamento sono diventati una presenza costante nella vita dei consumatori: dalle piattaforme di streaming come Netflix e Spotify ai software cloud, la gestione di questi servizi è diventata parte integrante della routine digitale.

Ma cosa succede quando il loro numero cresce a dismisura?

La subscription fatigue è proprio la diretta conseguenza, cioè il fenomeno che descrive il sovraccarico mentale ed economico causato dalla gestione di molteplici abbonamenti. Tenere traccia delle scadenze, controllare le spese e ricordarsi di utilizzare i servizi per cui si paga può diventare un’impresa complessa. Anzi, proprio per questo, tantissimi utenti finiscono per mantenere abbonamenti inutilizzati, sprecando risorse preziose.

La condivisione degli account, soluzione spesso messa in atto per risparmiare, introduce ulteriori complicazioni: gestire chi utilizza cosa, controllare le credenziali di accesso e affrontare eventuali limiti di utilizzo crea tensioni che influiscono negativamente e che le stesse piattaforme tentano di arginare.

Conseguenze psicologiche e finanziarie

Gli effetti dello shopping compulsivo e della subscription fatigue non si limitano al piano economico. Nonostante gli acquisti e gli abbonamenti inutili possano incidere sul bilancio familiare, le ripercussioni psicologiche sono altrettanto rilevanti.

Molti utenti, infatti, sperimentano un senso di sopraffazione nel tentativo di gestire troppe responsabilità digitali. Il costante bombardamento di offerte e notifiche amplifica il livello di stress, portando a una diminuzione della qualità della vita. L’ansia di non essere “aggiornati” o di perdere una buona occasione alimenta una spirale di dipendenza dalla tecnologia.

Anche le relazioni interpersonali possono risentirne: disaccordi su spese eccessive o sull’utilizzo condiviso di servizi, per esempio, possono creare tensioni all’interno delle famiglie o tra amici. A lungo termine, in sostanza, questa situazione può erodere il benessere complessivo dell’individuo.

Possibili soluzioni

Per avere maggior controllo delle spese online, è importante stabilire regole chiare: pianificare gli acquisti, evitare di inserire i dati della carta di credito nei siti e-commerce e limitare l’esposizione a pubblicità online. Questi semplici accorgimenti possono ridurre gli impulsi e aiutare a mantenere il controllo.

Per quanto riguarda la subscription fatigue, esistono strumenti che permettono di monitorare le spese e gli abbonamenti attivi. Ci sono tantissime app di gestione delle finanze che offrono una panoramica completa dei costi ricorrenti, aiutando a individuare quelli superflui. Inoltre va ricordato anche di prendersi il giusto tempo per valutare, abbonamento su abbonamento, l’utilizzo effettivo e la possibilità di razionalizzare le spese.

La digitalizzazione, in conclusione, offre enormi vantaggi, ma comporta anche nuove sfide: riconoscere i segnali di disagio e adottare strategie per gestirli è importantissimo, sia per sé stessi che per chi si ha accanto.

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